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Venticinque anni e il naso sempre tra le pagine – Chistmas edition!


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#50 Teaser Tuesday!

Un post alla volta, devo un po’ impormi di riprendere il ritmo. Ammetto di avere la testa altrove, presa da altre persone e altre questioni, e che per come sono fatta dovrei fare tutto tranne che sentirmi sotto pressione perché non mi riesce di scrivere recensioni o, peggior ancora, leggere libri. Eppure ammetto di sentirmi un po’ come se stessi mancando un dovere fondamentalmente, quindi ho bisogno di una giusta via di mezzo… motivo per cui oggi vi lascio un teaser, rigorosamente spoiler free, dalle pagine del libricino meraviglioso consigliatomi da una delle mie persone preferite in assoluto. Il titolo è “Deathless“, l’autrice Catherynne M. Valente, e lo sto davvero davvero davvero amando.


In a city by the sea that was certainly never called anything so bourgeois as St. Petersburg, there stood a long, thin house on a long, thin street. By a long, thin window, a young woman in a pale blue dress and pale green slippers watched her new neighbor arrive in the house next door. An old woman clutching her suitcase, shrouded in a black wool dress, very tall and thin, whose waist was so stretched and skinny that Marya could have put both her hands around it. The woman’s fingers were amazingly long, her nose sharp and spiked, and her white hair pulled tightly back into a bun. She walked with a limp and a hunch, but Marya suspected that this was to hide how tall she truly was.
“That’s Comrade Likho,” said one of Marya’s twelve mothers, darning an ancient stocking. “A widow with no children. She says she’ll take in all our laundry, the dear old thing. I thought it might be nice if you visited her after school. She could tutor you, watch out for you while I’m at the factory.”

Marya did not like this idea at all. In a classroom she could think her own thoughts and no one would bother her—no teachers called upon her anymore. With a tutor, she could not avoid being asked her opinions. She frowned down at the hunchbacked Likho. The crone stopped and looked up at the window, the turn of her head fast and sharp, like a bird’s. Widow Likho’s eyes were black and huge, as though they had drooped and melted and slid down into her cheekbones. Her gaze was barbed and biting. The cherry trees dropped their blossoms across Likho’s black dress, and she scowled.
“You shouldn’t be frightened of old ladies,” admonished another of Marya’s mothers—the one, by coincidence, who had borne her. Marya knew she should not show favoritism, but her mother’s hands looked so thin, the skin so dry, she wanted to clap them between her own, to warm them and make them red again. “You’ll be one someday, you know.”
The widow Likho stared up at Marya’s window. Slowly, like ice sliding across a plate, she smiled.


A glorious retelling of the Russian folktale Marya Morevna and Koschei the Deathless, set in a mysterious version of St. Petersburg during the first half of the 20th century.
Child of the revolution, maiden of myth, bride of darkness.

A handsome young man arrives in St Petersburg at the house of Marya Morevna. He is Koschei, the Tsar of Life, and he is Marya’s fate.
Koschei leads Marya to his kingdom, where she becomes a warrior in his tireless battle against his own brother, the Tsar of Death.
Years pass. Battle-hardened, scarred by love, and longing for respite, Marya returns to St Petersburg – only to discover a place as pitiful as the land she has just fled: a starveling city, haunted by death.
Deathless is a fierce story of life and death, love and power, old memories, deep myth and dark magic, set against the history of Russia in the twentieth century. It is, quite simply, unforgettable.


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#10 Incipit Madness!

Aprile, dolce dormire: quanta verità in queste tre parole. Il mese è volato via, letteralmente, lasciandosi alle spalle pochissime letture che si traducono, come di consueto, in una raccolta di incipit. Che vi devo dire, stanno capitando un sacco di cose e il tempo a mia disposizione è quello che è – si fa quel che si può, anche se le letture che ho portato avanti non son state troppo d’aiuto, in questo senso.

Il pickup arrugginito si fermò sferragliando e Lauren Huntsman sbatté la testa contro il finestrino, svegliandosi di soprassalto. Strizzò gli occhi più volte, intontita. Aveva la mente disseminata di ricordi frammentari, cocci sparsi che, se solo fosse riuscita a rimettere insieme, avrebbero formato qualcosa di intero, una finestra sulla prima parte della serata. Al momento, invece, quella finestra giaceva in frantumi nel suo cranio pulsante. Ricordava la cacofonia della musica country, le risate sguaiate e i risultati dell’NBA sullo schermo del televisore montato alla parete. Illuminazione fioca. Scaffali con decine di bottiglie dai riflessi verdi, ambrati, neri. Neri.
— Becca Fitzpatrick, Black Ice.

Accarezzò la sua pelle sapendo già che sarebbe stata l’ultima volta. Un minuscolo frammento in fondo al cuore conservava la speranza che l’abbraccio che stava per unirli ancora fosse un modo per tenerla legata a sé. Ma se fino ad allora le sue mani e la sua bocca non erano bastati a convincerla, di certo quella sera le cose non sarebbero state diverse. Dalla finestra si vedevano i pini innevati e la debole luce del tramonto stava morendo lentamente per lasciare spazio alla notte gelata. Rabbrividì e la strinse più forte per godere del calore del suo corpo fremente. Entrò dentro di lei, come aveva fatto per mesi, per anni. La conosceva alla perfezione, eppure ogni volta si sentiva emozionato e innamorato come un ragazzino al primo incontro. In tutto quel tempo però aveva posseduto solo la carne, non i sentimenti.
— Nora Noir, Nella tana del lupo.

Devlin osservò quella ragazza spettrale avvicinarsi. La piuma del suo cappello e i boccoli scuri che le incorniciavano il viso non mostravano il minimo movimento nonostante la brezza: l’aria non la sfiorava, il che significava che probabilmente anche lui non sarebbe stato in grado di toccarla.
«Ho come l’impressione di trovarmi in un sogno, o forse mi sono… smarrita», mormorò.
«Già».
«Mi stavo riposando…», continuò lei indicando alle proprie spalle, poi si accigliò e accennò un timido sorriso, «in quella caverna che sembra svanita. Sto ancora dormendo forse?».
— Melissa Marr, Radiant Shadow.

E queste son state le mie quasi inesistenti letture di aprile. Le vostre, invece? Vi è andata meglio?
Tenete tutto incrociato, questo periodaccio sta per finire e conto di riuscire a riprendere il controllo della mia vita tutta, blog incluso, giusto in tempo per la bella stagione e le letture da ombrellone che verranno!


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Recensione: “Ladri di sogni”, Maggie Stiefvater.

Titolo: Ladri di sogni (The Raven Cycle #2)
Titolo originale: Dream Thieves (The Raven Cycle #2)
Autore: Maggie Stiefvater
Editore: Rizzoli
Pagine: 522
Anno: 2014

Sinossi
La magica linea di prateria è stata risvegliata e la sua energia affiora. I ragazzi corvo, un gruppo di studenti della scintillante Aglionby Academy, sono sulle tracce del mitico re gallese Glendower, che dovrebbe essere nascosto nelle colline intorno alla scuola. Con loro c’è Blue, che vive in una famiglia di veggenti tutta al femminile. A lei è stato predetto più volte che quando bacerà il ragazzo di cui sarà davvero innamorata, questi morirà. Sulle prime sembra che il suo cuore batta per Adam, ma forse è Gansey quello che ama davvero… Intanto Ronan s’inoltra nei suoi sogni, da cui può uscire di tutto. Del resto è uno che ama sfidare il pericolo. Mentre il tormentato Adam, con un passato pesante alle spalle, s’inoltra sempre più in se stesso, cercando una sua strada nella vita. Nel frattempo c’è un individuo sinistro che è anche lui sulle tracce di Glendower. Un uomo pronto a tutto.
Di Raven Boys, Entertainment Weekly ha scritto: “L’avventura paranormale di Maggie Stiefvater si legge d’un fiato e vi farà chiedere a gran voce il secondo libro.” Ecco il secondo libro, con la stessa fervida immaginazione, lo stesso intreccio inquietante e romantico, e le svolte mozzafiato che Maggie Stiefvater sa costruire.

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Spotlight: nuove uscite DeAgostini!

Bestioline, buon 1 maggio!
Vi lascio giusto due righe per ringraziarvi ancora, raggiungere la fatidica cifra tonda dei cento è una soddisfazione incredibile e sono davvero felice che quello che faccio qui vi piaccia tanto. Onde evitare però di dilungarmi nei miei solito sbrodolamenti vagamente emotivi, vi lascio a queste due nuove uscite targate DeAgostini con l’augurio di passare un bel weekend, pieno di belle letture e bei paperboy, con tanto sole e tante risate. Io, personalmente, mi faccio portare al mare e conto di rientrare qui a Forlì di un simpatico color aragosta.
Ci leggiamo lunedì, con una nuova recensione!

copertina1Titolo: A piedi nudi, a cuore aperto
Autore: Paola Zannoner
Editore: DeAgostini Libri
Pagine: 304
Uscita: 12 maggio
Prezzo: 14,90 €

Da quando Rachele ha incrociato lo sguardo di Taisir non riesce più a fare a meno di pensare a lui. Sarà colpa dei suoi occhi scuri e profondi, del suo sorriso ammaliante o del suo modo di muoversi, così disinvolto e sicuro ogni volta che sale sullo skateboard e se ne va in giro come se fosse solo al mondo… Sta di fatto che la ragazza ha completamente perso la testa. Ha deciso che vuole sapere tutto di lui: dove vive, cosa gli piace, come passa le giornate dopo la scuola. C’è solo un piccolo problema di cui Rachele non ha tenuto conto e che per Taisir sembra insormontabile: lui è arabo-palestinese, lei è italiana. Lui ha conosciuto l’odio, il dolore e la diffidenza, lei solo l’amore e la speranza. Ma Rachele non ha alcuna intenzione di arrendersi. Perché, in fondo al cuore, sa che Taisir le somiglia più di quanto possa immaginare. Ed è pronta a fare qualsiasi cosa pur di conquistarlo… Anche a dimostrare che, quando c’è l’amore, le differenze sociali e culturali non hanno importanza.

Dalla penna di una grande autrice una storia potente e indimenticabile in cui l’amore è l’unica arma che riesce a vincere il pregiudizio.

Paola Zannoner vive a Firenze. Esperta di letteratura, è una delle più importanti scrittrici italiane per ragazzi. I suoi libri, tradotti in diversi Paesi, hanno ricevuto numerosi premi, tra i quali il Bancarellino, il Premio Cento e il Premio Sardegna. Per De Agostini ha pubblicato anche Voglio fare la scrittrice (2007), Voglio fare la giornalista (2011), Lasciatemi in pace! (2008), Rocco + Colomba (2011), Specchio Specchio (2012), La settima strega (2014) e Voglio fare l’innamorata (2014).

copertina2Titolo: Nemmeno in paradiso
Autore: Chelsey Philpot
Editore: DeAgostini
Pagine: 352
Uscita: 5 maggio
Prezzo: 14,90 €

Charlotte Ryder sa già tutto sul conto di Julia Buchanan prima ancora di conoscerla. Prima ancora di doverla ospitare una notte in camera sua, nel dormitorio del St. Anne College. I Buchanan sono il tipo di famiglia che non passa inosservata. Persino la preside Mulcaster è solita interrompere a metà un discorso per guardarli scendere, uno dopo l’altro, dalla loro lussuosa macchina nera. Per i Buchanan frequentare il St. Anne è come vivere in un acquario: tutti sanno tutto di loro. O almeno così crede Charlotte. Quello che non si aspetta, però, arrivando al St. Anne dal lontano New Hampshire, è di poter diventare la migliore amica di Julia Buchanan. Di essere inghiottita nel suo mondo abbagliante, fatto di feste ininterrotte, fiumi di champagne, appuntamenti notturni e incontri segreti. Un mondo in cui all’improvviso anche l’amore sembra a portata di mano. Perché quando Charlotte incontra Sebastian, il fratello di Julia, crede finalmente di avere tutto ciò che ha sempre desiderato. Presto però l’idillio si spezza. E davanti agli occhi di Charlotte si spalanca una tragedia. Un terribile segreto annidato dietro lo sfarzo che illumina le esistenze dei magnifici Buchanan…

“Lirico e avvincente allo stesso tempo”
 Publishers Weekly STARRED REVIEW

“Romantico come un romanzo d’amore, struggente come una tragedia classica.”
School Library Journal

Chelsey Philipot è cresciuta in una fattoria del New Hampshire e ha lavorato come editor e giornalista. Ha scritto per il «New York Times», il «Boston Globe» e numerose altre testate. È un’appassionata di libri e ama andare a caccia di librerie e musei. Quando non scrive, insegna alla Boston University.