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Venticinque anni e il naso sempre tra le pagine – Chistmas edition!


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Recensione: “Raccontami di un giorno perfetto”, Jennifer Niven.

Difficile essere obiettivi, con questa recensione. Dopo aver avuto modo di incontrare l’autrice, il mio nuovo essere umano preferito, e aver conosciuto una parte di quello che si cela dietro le pagine e l’inchiostro, ammetto di essere accecata dal mio amore per lei, per le storie – la sua e quella che racconta, così strettamente intrecciate che mi è impossibile parlare di una senza citare l’altra – e per i suoi personaggi. Il lato positivo? Raccontami di un giorno perfetto è un libro troppo bello e troppo ben riuscito per poter meritare meno del massimo, quindi sapete cosa? Va bene così. La mia sarà una dichiarazione d’amore spassionato più che una recensione, una lettera imbevuta di commozione, tristezza, felicità, sgomento e speranza. Siete pronti? Io decisamente no, quindi fatemi coraggio e statemi vicini.

Titolo: Raccontami di un giorno perfetto Titolo originale: All the bright places Autore: Jennifer Niven Editore: DeAgostini Pagine: 418 Anno: 2015

È una gelida mattina d’inverno quella in cui Theodore Finch decide di salire sul tetto della scuola solo per capire che cosa si prova a guardare di sotto. L’ultima cosa che si aspetta però è di trovare qualcun altro lassù, in bilico sul cornicione. Men che meno Violet Markey, una delle ragazze più popolari del liceo. Eppure Finch e Violet si somigliano più di quanto possano immaginare. Sono due animi fragili: lui lotta da anni con la depressione, lei ha visto morire la sorella in un terribile incidente d’auto. È in quel preciso istante che i due ragazzi iniziano a provare la vertigine che li legherà nei mesi successivi. Una vertigine che per lei potrebbe essere un nuovo inizio, e per lui l’inizio della fine…

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#24 Teaser Tuesday

L’ho iniziata ieri sera, ed è stato subito chiaro che la lettura non si sarebbe prolungata più di tanto. Di cosa sto parlando? Ma è ovvio! Desiderio di Natale, la novella natalizia firmata Alessia Esse, uscita oggi su Amazon e concessami gentilmente in anticipo, in cambio di una recensione che non tarderà ad arrivare e che potrebbe, se le date saranno favorevoli, rientrare all’interno di quest’iniziativa stupenda che è il #Blogmas. A proposito, avete già sbirciato su Please Another Book per vedere cosa vi riserva il post del giorno? E qui, se ieri non l’avete fatto, trovate il form da compilare per poter partecipare all’estrazione dei premi – perché si, saranno più di uno – che metteremo per l’estrazione del 25.
Detto questo, vi lascio con il teaser spoiler free di oggi, fatalità a tema natalizio. Perché non è mai troppo presto per entrare nello spirito del Natale e, come potete intuire, fosse per me farei durare il Natale dal 31 ottobre al 1 marzo. Così, per non dover mai rinunciare alla magia dell’atmosfera. E alle lucine natalizie.

“Ho osato troppo?” domanda, muovendo le dita della mano a pochi centimetri dal mio viso, fino a toccare le punte dei miei capelli.
“No,” rispondo a bassa voce. “Non credo.”
Il suo tocco è veloce, ma capace di incendiare il mio corpo. Le sue dita passano fra i miei capelli e raggiungono la mia guancia per pochi istanti, ma è come se lasciassero sulla mia pelle un segno indelebile, che estende il suo calore ovunque.
David appoggia la mano libera sul cuscino del divano, per sollevare i fianchi e avvicinarsi di più.
“Non credi?” sussurra.
L’azzurro dei suoi occhi sembra più scuro. La sua voce è ancora più calda.
Ci sta provando. Ci sta provando. Con me. Ora.
“No. Non credo che tu abbia osato troppo.”
La sua mano raggiunge il mio viso, sistemando una ciocca bionda dietro l’orecchio. David mi scruta per un lungo momento, prima di parlare.
“Perché mi hai chiesto di venire qui?”
“Perché hai accettato?” ribatto, sciogliendomi sotto il suo tocco. Dai capelli, le mani di David si muovono sul mio viso e sul mio collo scoperto. Le sue labbra piene si curvano in un sorriso. Il pollice destro accarezza con delicatezza lo zigomo, e poi scende sulla mia bocca.
“Ho accettato perché volevo vederti in una…”
Schiudo le labbra, catturando il suo dito lentamente.
“… in una situazione diversa da quella di venditrice di giocattoli,” termina con voce roca.
“E ora che mi hai visto, cosa pensi? Hai fatto bene ad accettare?”
nvece di rispondere, David si avvicina. Allargo le gambe, spostando la sinistra per fargli spazio.
“Dimmelo tu,” sussurra, muovendo le dita fino a raggiungere la nuca. Inclino la testa verso destra, faticando a tenere gli occhi aperti.
“Ho fatto bene a salire, Violet?”
Sollevo una mano per infilare le dita fra i suoi capelli e attirarlo a me.
“Hai fatto benissimo,” sussurro, prima di baciarlo.