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Venticinque anni e il naso sempre tra le pagine – Chistmas edition!


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#6 Incipit Madness

Diciamolo, a dicembre ho letto un sacco. Ma proprio tanto, e davvero non me ne capacito perché, se è vero che da un lato le vacanze di Natale mi hanno lasciato qualche manciata di ore da passare con il naso ad altezza Kobo, dall’altro è anche vero che le prime due settimane del mese sono state un delirio unico: tra esami, cene, valigie da preparare e quant’altro, ho girato come una trottola impazzita per la maggior parte del tempo. Son contenta, però, di potervi proporre un bel po’ di incipit – mi fanno pensare a quanto bene si sia chiuso il 2014, per me, e che potrebbero essere un buon auguro per questo 2015 agli albori. Teniamo tutto incrociato, va… che qua non si può dire “gatto” fino a quando non lo si ha nel sacco!

Voglio fare l’amore con Babbo Natale.
No, non il personaggio di fantasia a cui ho creduto fino all’età di nove anni. Quello che parcheggia la slitta sul tetto e scende dal camino; quello con la lunga barba bianca, gli occhiali rotondi di metallo e l’inspiegabile cinturone scuro sulla giacca rossa dai bordi di pelo bianco. (Perché Babbo Natale ha bisogno di una cintura? Non può tenere la giacca con i bottoni, come fanno tutti?)
Non quel Babbo Natale. Sto parlando del Babbo Natale che lavora nel mio negozio da settimane. Quello seduto sulla poltrona dorata, che accoglie i bambini per fare con loro una foto, e che legge ad alta voce le loro letterine piene di desideri. Sto parlando di quel Babbo Natale.
— Alessia Esse, Desiderio di Natale.

“Oh guarda!” Disse Fielding. “Hanno un nuovo gusto di caffelatte: Morte di Babbo Natale per troppa menta. Io prendo quello.”
Era il secondo giorno di dicembre e stavamo aspettando in fila al The Coffee Clatch. La caffetteria del campus era addobbata e infiocchettata con spirito natalizio, incluse lucine, piccoli e vaporosi cappelli da Babbo Natale su tutte le manopole delle macchinette per l’espresso ed espositori con giganteschi biscotti delle festività. Grandioso. Fielding avrebbe praticamente rimbalzato contro  i muri per tutto il mese in preda a un’overdose di zuccheri.
— Eli Easton, Tutta colpa del vischio.

Le risate dei bambini risuonavano lungo la via, facendo eco a quelle più contenute degli adulti e ai tipici rumori delle case in festa. In un piccolo quartiere residenziale di Staten Island le famiglie erano intente a celebrare il giorno del Ringraziamento attorno a tavole imbandite, su cui facevano bella mostra di sé tacchini ripieni, gustando squisite torte di zucca, patate dolci, e chiacchierando amabilmente con gli ospiti. In strada, i bambini si godevano la fredda giornata di sole di fine novembre rincorrendosi tra loro, ma erano i piccoli gemelli Stevenson a ridere più di tutti gli altri, inseguiti da una strana specie di tacchino umano.
— Cassandra Rocca, Tutta colpa di New York.

25 agosto, 1991
Caro amico,
ho deciso di scriverti perché ho sentito dire che sei uno che ascolta e che capisce, e perché non hai cercato di portarti a letto quella persona, alla festa, anche se avresti potuto. Ti prego, non cercare di scoprire chi è lei perché poi arriveresti a me, e io non voglio. Userò dei nomi diversi o generici, per non farti capire chi sono. È per questo motivo che non ho incluso un indirizzo a cui rispondere. Le mie intenzioni non sono cattive. Sul serio.
—Stephen Chbosky, Noi siamo infinito. 

Con un calcio violento, spostai uno scatolone più in là nel corridoio. La mortificazione che avevo fatto tanta fatica a tenere a bada mi stava esplodendo dentro, nonostante i miei tentativi di soffocarla. Francamente, non era così che mi ero immaginata nelle mie proiezioni private di Vita di Allie, da piccola. A che punto della storia mi ero persa il lavoro importante, il marito sempre pronto a sostenermi e i due figli? Non avevo nemmeno un gatto. I single non hanno tutti un gatto?
— Jenny Hale, Il regalo più grande.

Sabato mattina.
Ultimo sabato di shopping natalizio.
Quindi in redazione solo pochi irriducibili: il caporedattore e il suo entourage (il suo “cerchio magico”, se così vogliamo chiamarlo), cioè chi vuole farsi bello agli occhi del caporedattore, chi ha una storia (altalenante) con il caporedattore e chi invece la storia con il caporedattore vorrebbe averla.
Insomma un gruppo piuttosto triste ma risoluto di uomini e donne (queste ultime la maggioranza, in effetti) che ruota intorno a Pierluigi Tacconelli, responsabile della redazione di New York di “Economia & Diritto Oggi”. Io sono qui in quanto appartenente alla più compromettente delle sopracitate categorie.
— Virginia Bramati, Meno cinque alla felicità!

Kayla Green alzò al massimo il volume della sua playlist preferita e ignorò la musica allegra e le risate che si infiltravano sotto la porta chiusa del suo ufficio. Era l’unica a odiare quel periodo dell’anno?
Doveva pur esserci qualcun altro là fuori che la pensava come lei.
Qualcuno che non si aspettava che il Natale fosse felice e gioioso.
Qualcuno che sapeva che il vischio è velenoso.
— Sarah Morgan, Mentre fuori nevica.

Durante le vacanze natalizie, una gita a Virgin River era d’obbligo. Da qualche anno gli abitanti innalzavano nella strada principale un albero di una decina di metri, decorato in bianco, rosso, blu e oro, con un’enorme stella scintillante sulla cima. L’albero dominava il paese, e la gente arrivava da molto lontano per vederlo. Il tema patriottico delle decorazioni – mostrine, stemmi dei diversi battaglioni, medaglie e nastrini – lo rendeva diverso da tutti gli altri. Jack Sheridan, proprietario del bar ristorante, diceva sempre che un giorno o l’altro sarebbero arrivati i tre Re Magi, attirati dallo splendore della stella sulla cima. Annie McKenzie non passava da Virgin River troppo spesso: non era sulla strada che lei percorreva andando da Fortuna, dove viveva, alla fattoria dei suoi genitori vicino ad Alder Point.
— Robyn Carr, Natale a Virgin River.

«“Sì, è vero! Sono una stronza! Lo sanno tutti e tutti me lo dicono, davanti o dietro. Non do più importanza alla cosa, anzi, ormai questa etichetta è tutt’uno con la mia natura.”» Samantha chiude con stizza il giornale. «Amanda, questa sarebbe la dichiarazione che hai rilasciato nell’intervista a Oprah?»
Samantha la guarda con aria di rimprovero.
«Oh, Samantha, per favore! Non è certo una novità!» esclama Amanda sollevando leggermente una mano e facendo un cenno di noncuranza con aria elegante. Poi riprende: «Anzi, meglio! Così la concorrenza saprà con chi ha a che fare: nessuno osi mettersi sulla mia strada, perché mordo!».
— Corinne Savarese, Una str…ega sotto l’albero.

Quand’è che una leggenda è leggenda? Perché un mito è un mito? Quan- to deve essere antico e desueto un avvenimento, perché sia possibile rele- garlo nella categoria delle «favole»? E perché mai certi fatti rimangono incontrovertibili, mentre certi altri perdono la loro validità per assumere un carattere instabile e nebuloso?
— Anne McCaffrey, Il volo del drago.

 Come incominciare? si chiese Robinton, Maestro Arpista di Pern. Pen- soso, aggrottando la fronte, guardò la sabbia umida e spianata nei vassoi disposti sulla sua scrivania. Sul lungo viso s’incisero rughe e grinze pro- fonde, e gli occhi, di solito azzurri e brillanti di una gaiezza interiore, era- no velati dall’ombra grigia di un’inconsueta gravità. Fantasticò che la sabbia implorasse di venire violata da parole e note, mentre lui, depositario e dispensatore di ballate, saghe e canzoni, non sapeva che dire.
— Anne McCaffrey, La cerca del drago.


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2015 Reading Challenge

Organizzata da
Ilaria di Airals Books

2015 READING CHALLENGE “HOW TO”

– Dove iscriversi: Facebook
– Qui trovate aggiornamenti e suggerimenti;
– L’ordine di lettura è casuale: potete scegliere di affrontare la lista come più preferite, il fatto che siano riportati dei numeri non ha nulla a che vedere su quale libro vada letto prima degli altri. L’importante è non andare fuori tema;
– La challenge termina il 31 dicembre 2015;
– Non è obbligatorio spuntare ogni singola voce dall’elenco! Non lasciatevi impressionare dal numero di letture richieste, se non vi dovesse riuscire di terminarle who cares? L’importante è che vi siate divertiti a leggere quelle che avete spuntato;

READING LIST

1. Un libro con più di 500 pagine
2. Una romance classica
3. Un libro che è diventato un film
4. Un libro pubblicato quest’anno
5. Un libro con un numero nel titolo
6. Un libro scritto da qualcuno con meno di 30 anni
7. Un libro con personaggi non umani
8. Un libro divertente
9. Un libro scritto da un autore donna
10. Un mystery o thriller
11. Un libro con un titolo formato da una sola parola
12. Un libro di racconti
13. Un libro ambientato in un paese diverso
14. Un libro di nonfiction
15. Il primo libro di un autore popolare
16. Un libro di un autore che ami e che non hai ancora letto
17. Un libro raccomandato da un amico
18. Un libro che ha vinto il Premio Pulitzer
19. Un libro basato su una storia vera
20. Un libro in fondo alla lista dei libri da leggere
21. Un libro che ama tua madre
22. Un libro che ti spaventa
23. Un libro che ha più di 100 anni
24. Un libro interamente basato sulla sua cover
25. Un libro che avresti dovuto leggere a scuola ma non lo hai fatto
26. Un libro di memorie
27. Un libro che puoi finire in un giorno
28. Un libro con antitesi nel titolo
29.Un libro ambientato in un luogo che hai sempre voluto visitare
30. Un libro pubblicato nell’anno in cui sei nato
31. Un libro con recensioni negative
32. Una trilogia
33. Un libro dalla tua infanzia
34. Un libro con un triangolo amoroso
35. Un libro ambientato nel futuro
36. Un libro ambientato  al liceo
37. Un libro con un colore nel titolo
38. Un libro che ti ha fatto piangere
39. Un libro con la magia
40. Una graphic novel
41. Un libro di un autore che non hai mai letto prima
42. Un libro che possiedi ma non hai mai letto
43. Un libro ambientato nella tua città natale
44. Un libro che era originariamente scritto in una lingua diversa
45. Un libro ambientato a Natale
46. Un libro scritto da un autore con le tue stesse iniziali
47. Un’opera teatrale
48. Un libro bandito o censurato (qui una lista di libri da cui pescare)
49. Un libro basato o trasformato in uno show televisivo
50. Un libro che hai iniziato ma non hai mai finito